Osservatorio CRM Settembre 26, 2023

Intelligenza artificiale in Italia: a che punto siamo?

background

Qual è la situazione dell’Intelligenza Artificiale in Italia? L’AI sta ormai diventando parte della vita quotidiana di ognuno di noi. La domanda è però: le aziende italiane sono pronte per il cambiamento, culturale, tecnologico e strategico, che l’adozione di sistemi avanzati di intelligenza artificiale necessita? I dati dell’ultimo Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale del Politecnico di Milano e dell’8° Osservatorio CRM ci offrono la possibilità di riflettere su alcuni insight interessanti. 

Prima di analizzarli, concentriamoci sul tema della cultura. Cosa deve cambiare nelle imprese per facilitare la transizione ad un’organizzazione in cui l’AI sia perfettamente integrata nelle attività di ogni giorno? 

Intelligenza artificiale: una questione (anche) culturale

Aziende italiane e AI tra cultura e competenze

Adottare un approccio strategico all’AI significa concentrarsi su una visione di lungo periodo che abbia come obiettivo l’adozione diffusa di tecnologie AI-based in tutti i dipartimenti aziendali. 

Se progetti spot e singole applicazioni possono costituire un primo passo verso il cambiamento, un’integrazione avanzata tra AI, sistemi tecnologici in uso e capitale umano è cruciale per una reale trasformazione. Questa evoluzione porta con sé la necessità di un cambiamento di paradigma che possiamo riassumere in due macroaree: 

  • una profonda innovazione della cultura aziendale 
  • uno sforzo volto all’acquisizione di competenze e risorse specializzate 

Dall’8° Osservatorio CRM è emerso come le difficoltà principali nell’adozione di sistemi CRM e di Advanced Analytics siano la debole cultura interna e la mancanza di competenze e risorse dedicate È ragionevole pensare che anche (e tanto più) nel caso di tecnologie disruptive e complesse come l’Artificial Intelligence, le sfide delle aziende italiane possano essere le stesse. 

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Nel caso dell’AI c’è però un tema in più al centro del tavolo: l’integrazione tra AI e capitale umano. Cosa può fare l’AI più velocemente, più attentamente, meglio dell’essere umano? Cosa deve rimanere invece come compito della persona? La suddivisione e riorganizzazione di mansioni e ruoli evidenzia tutta la portata della trasformazione culturale richiesta alle aziende. 

A questa si affianca, come anticipato, la necessità di acquisire nuove risorse e competenze. Configurare, integrare e utilizzare sistemi AI-based richiede conoscenze specifiche e in continuo aggiornamento – conoscenze che, fino a qualche anno fa, non esistevano nemmeno sul mercato. 

Basti pensare alla questione dei prompt per applicativi di Generative AI come ChatGPT o Dall-E – una goccia nell’oceano dell’Intelligenza Artificiale. I prompt sono letteralmente i comandi che forniamo all’AI sotto forma di testi allo scopo di ricevere l’output desiderato. La centralità del “chiedere nel modo giusto” per avere la risposta attesa è tale da aver configurato una nuova professione: il Prompt Designer.  

Quindi, preso coscienza delle sfide culturali, a che punto siamo con l’Intelligenza Artificiale in Italia? Vediamo qualche dato. 

Lo stato dell’Intelligenza Artificiale in Italia: gli ultimi dati
Gli analytics come prima destinazione degli investimenti

Secondo l’Osservatorio Artificial Intelligence 2022 del Politecnico di Milano il mercato dell’AI vale in Italia 500 milioni. Le tecnologie su cui si concentrano gli investimenti sono: 

  • Intelligent Data Processing (34%) 
  • Natural Language Processing (28%) 
  • Recommendation System (19%) 
  • Computer Vision (10%) 
  • Intelligent Robotic Process Automation 9% 

Per questo per l’AI applicata all’Advanced Data Analysis (soprattutto se in veste predittiva) si apre il tema – che non tratteremo, ma che diventerà centrale quasi quanto quello culturale – dell’etica 

Il primo insight è particolarmente interessante: un terzo delle aziende italiane sta investendo nell’AI come supporto all’analisi dei dati. Questa tendenza è confermata dai dati del nostro Osservatorio CRM – che quest’anno ha approfondito il tema di Dati e Analytics. 

Il 32% dei rispondenti all’8° Osservatorio CRM ha infatti dichiarato di voler introdurre l’Intelligenza Artificiale per l’analisi dei dati dei propri Clienti. Il 18% la sta invece già utilizzando. 

L’unione di questi insight evidenzia un panorama in completa evoluzione per quanto riguarda i Data Analytics. L’AI sta infatti diventando la tecnologia centrale per analisi dei dati avanzate, che offrano alle aziende una conoscenza sempre più profonda della propria Customer Base.

Quanto è etico sfruttare la potenza dell’AI per collegare i punti di ogni attività online-offline dei consumatori – e sfruttarne la conoscenza a scopi commerciali? Se ne sta già ampiamente discutendo. 

È chiaro che le sfide nell’introduzione dell’AI nella quotidianità del lavoro sono molteplici: le grandi aziende sembrano cavarsela meglio delle PMI. 

Investimenti in AI e progetti in essere: il divario dimensionale
L'AI necessita di una digitalizzazione già avviata

Dall’Osservatorio Artificial Intelligence 2021 era emerso come il 59% delle grandi aziende avesse avviato almeno un progetto basato su tecnologie AI. Al contrario, la percentuale si riduceva al 6% nel caso delle PMI. Questi dati ci ricordano la dicotomia che abbiamo notato tra le risposte alla domanda dell’8° Osservatorio CRM sulle priorità di investimento per il 2023. Come da grafico, l’Intelligenza Artificiale è ultima: solo il 13% dei rispondenti la indica come prioritaria. Un dato in controtendenza con quel 32% che aveva dichiarato di volerla introdurre per l’analisi di dati. Tra le prime quattro priorità di investimento troviamo CRM (50%), Marketing Automation (38%), trasformazione digitale dei processi (37%) e Customer Experience (36%). 

È evidente: l’AI è una tecnologia avanzata che le aziende valutano di introdurre solo a valle di un processo di Digital Transformation ben avviato e completo dei sistemi tecnologici abilitanti di base (CRM e Marketing Automation tra i primi). 

I prossimi anni saranno cruciali per lo sviluppo dell’AI e la sua adozione nelle aziende: continueremo a monitorarne l’evoluzione. 

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